Bollettino truffe assicurative di luglio

Scritto da Lorella Gabutti il

I truffatori non conoscono periodi di pausa ma neppure le Forze dell’Ordine, che con costanza conducono lunghe indagini e, alla fine, arrivano a smascherare i furbetti. Anche durante questo anomalo luglio, che in alcune regioni somigliava più ad ottobre, sono caduti nella rete un bel numero di ideatori di finti incidenti, di medici pronti a certificare malanni inesistenti, periti che valutano danni immaginari e avvocati che si prodigano per ottenere risarcimenti non dovuti e, persino, un finto morto.

Se la fantasia degli italiani in fatto di truffe assicurative è più che altro orientata verso le RCA, i cittadini stranieri apprendono presto e, il “giochetto” che ha ideato Kulddep Singh, un imprenditore indiano residente da decenni in Italia e proprietario di una catena di kebab restaurant nelle province di Vicenza e Padova, gli ha fruttato ben 300.000 euro, ma con un vero incidente. L’uomo, 54 anni, nel 2012 è tornato in India e qui, sarebbe ufficialmente morto in un incidente stradale un mese dopo il suo rientro. Moglie e figli, affranti e rimasti in Italia, hanno potuto riscuotere il premio dell’assicurazione sulla vita. Peccato però che si trattasse solo di un caso di omonimia, omonimia che il signor Singh ha sfruttato per presentare all’assicurazione una documentazione che conteneva dati contraffatti per quel che riguardava la sua data di nascita. La truffa è venuta a galla solo due anni dopo quando un conoscente ha raccontato l’episodio a un dipendente della compagnia e ora il redivivo Singh dovrà rispondere del suo eclatante falso.

Il primato delle truffe questo mese tocca alla Toscana dove, nel Senese, è stata sgominata un’associazione a delinquere che, dal 2009 a oggi, è riuscita a ottenere da diverse compagnie risarcimenti per un importo totale di oltre due milioni di euro. I falsi sinistri ammontano a un centinaio e, oltre a undici mandati di arresto, sono state spiccate 250 denunce verso i beneficiari degli indennizzi non dovuti. Figurano implicati nella vicenda medici, avvocati, carrozzieri e periti assicurativi.

A Sarno, invece sono 47 gli indagati per aver organizzato un commercio di auto straniere incidentate, le quali, non appena giunte nel nostro paese, subivano gravi danni in seguito a sinistri inventati. Tra gli indagati, in questo caso figura anche il titolare di un’agenzia assicurativa.

Due commercianti di scarpe di Taormina erano invece a capo di una piccola organizzazione impegnata a creare falsi incidenti, all’incirca uno al mese, che in media fruttava 10.000 euro e, a dare loro una mano c’era anche un medico del Pronto Soccorso dell’osepdale cittadino.



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