Riforma assicurazioni auto: la posizione dei carrozzieri in Abruzzo

Scritto da Cristina Iadeluca il

La riforma del settore assicurativo sembra allontanarsi dagli obiettivi primari, ovvero quelli di tutela sia delle tasche degli assicurati, ma anche della loro sicurezza. Di questo parere sembra sempre più convinto il Cna, che vede con preoccupazione la possibile, e alquanto probabile, approvazione del testo di legge che dovrebbe puntare in modo sempre più deciso verso il ruolo delle carrozzerie convenzionate, per poter giungere al compromesso dell’effettivo risparmio sulle assicurazioni rc.

Secondo i dati elaborati dallo stesso Cna, infatti, con questo sistema si otterrebbero degli sconti assolutamente marginali (in quanto si parlerebbe di un modesto 5%) scegliendo una compagnia di assicurazione convenzionata. Tra l’altro si tratta di una prassi già esistente, ma che di fatto diverrebbe obbligatoria, e ciò comporterebbe la chiusura di tantissime carrozzerie che, solo per la Regione Abruzzo, dovrebbe interessare ben 500 attività indipendenti.

Ma la questione risulta ben più complessa, perché anche per quelle convenzionate ci sarebbero problemi. Queste ultime, infatti, dovranno forzatamente farsi carico di molto più lavoro, riducendo i tempi e passando aprestazioni low cost, con conseguente riduzione della qualità.

Ma le osservazioni del Cna non finiscono qui, poiché viene fatto notare che in Italia l’aumento nell’ultimo decennio del costo medio delle assicurazioni è stato di quasi il 28%, contro una media europea di poco più del 13%, mentre rispetto agli anni ’90 il rincaro assicurazioni è stato pari al 245% a fronte di una percentuale delle riparazioni delle carrozzerie (e dei relativi risarcimenti delle assicurazioni) che è scesa del 40%.

La situazione dell’Abruzzo non è logicamente isolata, si tratterebbe infatti di un panorama catastrofico che, almeno nell’analisi della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, finirebbe con il colpire tutta l’Italia, specialmente i centri più piccoli, con una mortificazione inevitabile della libera concorrenza e del libero mercato.



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