Antropologia delle assicurazioni

Scritto da Riccardo Tronci il

L’antropologia contemporanea non ha grandi dubbi: nel mondo della globalizzazione non esistono i confini, tanto meno l’omogeneità. I confini sono una cosa stabilita dagli uomini, più che dalla natura, ed in maniera molto arbitraria. Le idee globali circolano, contaminano il mondo, ma sotto uno strato omogeneo il luogo produce ancora cultura locale, “località”.

Per questo il famoso scrittore di viaggi Colin Thubron si ritrova in una città del Turkmenistan a fare un pic nic nel deserto con abitanti che mal sopportavano la cementificazione russa, negli anni del comunismo, ad esempio. Ci sono radici storiche, necessità, peculiarità che nessuna tendenza riesce a soppiantare, l’uomo diversifica, ovunque, in qualsiasi momento.

Un problema, che non saprei più se definire antropologico, nasce quando si guarda il mondo assicurativo. Anche qui i confini regionali, con cui confrontare una polizza o un’altra sono imposti dagli uomini, ma hanno validità economica. Un calabrese pagherà in un anno mediamente una assicurazione differente rispetto a un piemontese o a un toscano. Nonostante si sia tutti “omogeneamente” all’interno del contenitore “Italia”.

Ogni territorio si porta dietro dei dati, che funzionano da parametri in base ai quali viene stabilito un prezzo medio, da ogni agenzia, per la copertura assicurativa. Non è un caso la riflessione antropologica: a Napoli una polizza di assicurazione per un motorino 125, di proprietà di un ragazzo mai coinvolto in incidente stradale costa 3800 euro, 3 volte che a Milano. Uno scandalo, secondo Federconsumatori, che lo denunciava nel 2012.

Ad ogni modo la differenza non è solo di regione in regione, ma arriva ad essere capillare, e sbandierare valenza cittadina. “Dovete assicurare un veicolo e siete residenti in Emilia Romagna? Perfetto, ricordate allora che Parma e Forlì-Cesena sono le province con le polizze più economichescrivono su 6sicuro.it.

Dopo aver esaminato e messo a confronto le città toscane, il sito si occupa ora di sviscerare le differenze in Emilia Romagna. A Parma, ad esempio, la migliore polizza costa dai 525,35 ai 1.110 euro, mentre a Forlì e Cesena si attestano in un valore compreso  tra 525,44 e 1.193,11 euro. La tendenza sembrerebbe uniforme, ed invece, ad esempio, Rimini trasforma l’argomento rca in un bagno di sangue: si parte da 702,78 euro e addirittura si può sforare i 1.500 euro.

Cosa succede a Rimini che non scuote assolutamente il mondo di Forlì e Cesena? Se prendiamo i dati del 2010 possiamo osservare una labile incongruenza: a Rimini si verificano 2251 incidenti, e a Forlì 1764 in un anno. C’è differenza, vero, e tuttavia sono di più le possibilità di morire in un incidente a Forlì (34 morti nel 2010) che a Rimini (23 morti nel 2010).

In conclusione: i dati riportati sopra sembrano piuttosto una coperta corta che ogni compagnia assicurativa può tirare come e dove vuole. All’autista altro non resta che provare a far assicurare la sua auto dove più conviene. Magari in Trentino, se possibile. oppure adeguarsi alle mode del momento, e circolare senza assicurazione.



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