Assicurazioni: il fallimento delle liberalizzazioni

Scritto da Nicolina Leone il

Nel decreto “cresci Italia” del governo Monti sono inserite norme stringenti sulle liberalizzazioni.

Esse avrebbero dovuto coinvolgere il settore delle assicurazioni, sviluppando la concorrenza e, conseguentemente, favorendo una discesa dei prezzi. Tuttavia, almeno a oggi le attese sono state tradite.

Il decreto punta sulla confrontabilità dei preventivi, sulla trasparenza riguardo gli sconti e sull’obbligatorietà di una riduzione del premio in caso di installazione della scatola nera.

Ebbene, in linea teorica il decreto contiene normative adeguate, ma è nella pratica che le cose non vanno bene. Tuttora mancano decreti attuativi che trasformino il provvedimento in una macchina a pieno regime.

A dimostrare la totale evanescenza del decreto intervengono i numeri. Se lo scopo del decreto era (ed è) quello di abbassare i prezzi delle polizze, non è stato nemmeno lontanamente raggiunto.

Anzi: si ravvisano aumenti ovunque, specie al sud: l’Osservatorio Federconsumatori parla di un +6% nel periodo che va da aprile 2011 ad aprile 2012.

Nel dettaglio, è fallito l’obiettivo “confrontabilità dei preventivi”. Un ruolo cruciale dovrebbe essere coperto dall’agente plurimandatario, definito proprio nel decreto.

Questi costituisce una sorta di figura super partes rispetto alle compagnie, in grado di informare dettagliatamente l’utente riguardo le varie polizze. Il testo però non prevede specificazioni di sorta e quindi il compito dell’informatore spetta ancora una volta all’agente assicurativo il quale, ovviamente, non possiede caratteristiche d’imparzialità.

Sulla questione “sconti” sta decidendo il Tar. Il decreto prevedeva l’obbligatorietà di sconti per gli automobilisti virtuosi e l’impossibilità, da parte delle aziende, di compensare la riduzione del premio con un aumento delle tariffe maturato nel frattempo.

Un altro obbligo delle compagnie sarebbe stato quello informare l’utente sullo sconto da applicare l’anno seguente in caso di assenza d’incidenti. Purtroppo le compagnie stanno facendo ostruzionismo e si sono rivolti addirittura al Tar, bollando i provvedimenti governativi come “sconti di Stato”.

Il caos regna sovrano, invece, sul fronte “scatola nera”. Il decreto prevede, infatti, l’obbligo di sconto per l’utente che accetti di installare sulla propria automobile la scatola nera (serve per registrare dati sugli incidenti). Una sorta di premio alla trasparenza. Ma mentre per l’ISVAP l’obbligatorietà è un dato acquisito, per L’Ania, di contro, lo sconto è solo facoltativo. Anche su questo punto è stato presentato un ricorso al Tar.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *