Bollettino delle truffe assicurative di ottobre

Scritto da Lorella Gabutti il

Il mese di ottobre ha visto le Marche e, in particolare, la provincia di Ancona, grande protagonista delle truffe assicurative.  Ci sono ben 112 indagati nell’inchiesta che si è appena conclusa e tutti figurano, a vario titolo, in una vera e propria associazione che, tra il 2008 e il 2012, ha preparato a tavolino falsi incidenti o ha provveduto a “gonfiare” la stima dei danni per ottenere risarcimenti non dovuti. Tra gli indagati c’è veramente di tutto un po’: da alcuni rom fino a medici che hanno abilmente stilato prognosi superiori ai 30 giorni e non mancano neppure i periti che hanno constatato danni inesistenti. Se all’inizio la compagnia assicurativa ha liquidato i risarcimenti, quando si è resa conto che i sinistri erano davvero troppi rispetto alla media, ha richiesto l’aiuto delle Forze dell’Ordine che, con pazienza, sono riuscite smascherare i truffaldini. Fra le truffe messe a punto da questa associazione vanno annoverate anche quelle a carico di Conerobus, la società di trasporti della provincia anconetana. Tra il 2010 e il 2012 le sono infatti pervenute diverse richieste di risarcimento per lesioni che alcuni passeggeri avrebbero subito in seguito a incidenti che in realtà non erano mai avvenuti.

Da Ancona saliamo al nord Italia per parlare delle truffe sventate a Novara e a Verona. Nella città piemontese sono una ventina le persone denunciate. Anche qui si tratta di una vera e propria organizzazione dedita però alla sola falsificazione di documenti con lo scopo di pagare premi RCA notevolmente inferiori. Attestati di rischio e documenti di residenza venivano “corretti” per raggiungere lo scopo, i denunciati infatti erano residenti nel napoletano, dove è noto che le tariffe assicurative sono tra le più alte d’Italia. Di tutt’altro tipo invece la truffa di Bovolone (Verona), qui, infatti a essere truffati erano gli ignari automobilisti. Nove broker assicurativi stipulavano per i loro clienti contratti con compagnie telefoniche e consegnavano regolarmente il tagliando, dimenticavano però di versare quanto dovuto alle compagnie e circa 350 persone circolavano senza sapere di non godere di alcuna copertura.

Scendiamo ora a Lecce, dove ben cinque compagnie si sono costituite parte civile nel processo che verrà istruito a carico di 70 persone che organizzavano falsi incidenti nel Salento. Anche in questo caso le compagnie dapprima hanno pagato fior di indennizzi prima di rendersi conto di essere vittime di truffe. Si stima che abbiano sborsato oltre un milione di euro non dovuto e ora, giustamente, richiedono di essere risarcite.



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