Bollettino delle truffe assicurative di marzo

Scritto da Lorella Gabutti il

Non imparare bene la lezioncina può costare caro e questa volta non è toccato a uno studente svogliato, ma a uno dei tanti automobilisti complici della super organizzazione dedita alle truffe assicurative scoperta a Pescara. Le persone coinvolte sono oltre 150, ma il tutto faceva capo a due soli personaggi, un 49enne di Lanciano e un 39enne di Napoli, ma residente a Silvi. I due avevano costruito una vera e propria rete che si avvaleva anche di carrozzieri, avvocati e medici compiacenti che erano pronti a certificare prognosi per lesioni subite a causa di incidenti mai avvenuti. Agli automobilisti che si prestavano a essere vittime dei falsi incidenti veniva impartita la lezioncina, cioè il racconto, totalmente inventato, di come si erano svolti i fatti. Peccato che qualcuno non abbia ricordato tutti i particolari da riferire al perito inviato dall’assicurazione. Da lì i primi sospetti, poi un’indagine accurata ha sollevato il velo su questa organizzazione.

Anche a Caserta è stata scoperta un’organizzazione dedita alla creazione di falsi sinistri sei persone sono finite agli arresti. In questo caso, poiché i truffatori non avevano tra i loro contatti medici compiacenti, provvedevano direttamente a provocare le lesioni, vere, alle finte vittime dei sinistri. Avevano infatti assoldato dei picchiatori che, con bastoni e spranghe di ferro, ferivano i presunti automobilisti e passeggeri dei finti incidenti. Le lesioni, ovviamente, venivano inflitte in modo da sembrare causate da un sinistro stradale, ma ciò che maggiormente fa specie è che, tra i feriti, figurassero anche disabili mentali e con deficit di apprendimento.

Nella Locride una maxi operazione delle Forze dell’Ordine ha invece visto coinvolte oltre 200 persone. L’organizzazione godeva di un’ampia rete di complicità, dagli avvocati ai medici, ma a insospettire erano le modalità dei sinistri. Molto spesso venivano presentate denunce risarcitorie dopo uno o due anni dal presunto sinistro, in altri casi, invece, i testimoni a favore di pedoni investiti erano sempre congiunti che sopraggiungevano per caso in zona.

Per finire non poteva mancare la classica truffa del falso cambio di residenza per godere di un premio ridotto. Poiché a pagare le tariffe più alte d’Italia sono gli abitanti del Napoletano e del Casertano, sono soprattutto loro a macchiarsi del reato di falsificazione di documenti. In questo caso la denuncia è scattata a Isernia nel confronto di 20 campani che si erano finti residenti in Basilicata.



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