Il futuro degli ammalati di Alzheimer passerà sempre di più dalle LCT
Diceva Jonathan Swift -noto ai più per I viaggi di Gulliver– “Ogni uomo vorrebbe vivere a lungo, ma nessuno desidera invecchiare“.
Oggi, non si parla solo di terza, ma anche di quarta, quinta e fra poco sesta età: stagioni che il progresso scientifico ci ha donato per fare un bilancio di quello che è stata la vita, per godere di nipoti e pronipoti e per fare del ricordo un testamento da lasciare alle generazioni a venire. A meno che una malattia scoperta nel secolo scorso da un neurologo tedesco non pensi di strappare il ricco patrimonio di istanti, frasi, colori, volti e profumi che per anni gelosamente si sono accatastati nella nostra memoria, il morbo di Alzheimer.
Fino a qualche decennio fa, tale malattia era poco conosciuta, occupando qualche decina di pagine dei grandi manuali di medicina. Oggi, ne viene diagnosticato un nuovo caso al mondo ogni 7 secondi e, in Italia, ne vengono diagnosticati 80.000 nuovi casi all’anno (220 casi ogni giorno, sabato e domenica inclusi).
Il nostro sistema assistenziale e pensionistico è attualmente inadeguato a reggere i costi che un malato di Alzheimer impone alla società e ancora meno lo sarà in futuro, quando i dati tenderanno a peggiorare sensibilmente (entro il 2020, ogni anno si stimano 113.000 nuovi casi in Italia).
Negli altri Paesi europei, l’emergenza è fronteggiata in maniera decisamente migliore: in molte nazioni del nord le polizze long term care (LCT) sono una realtà, da tempo.
Questa tipologia assicurativa è una soluzione che permette adeguati livelli di protezione per chi dovesse trovarsi in una condizione di permanente non autosufficienza: in Germania, le assicurazioni LCT sono obbligatorie e i lavoratori partecipano con una percentuale della loro retribuzione mentre negli USA la loro gestione è affidata completamente alle compagnie private. La Francia si colloca in una posizione intermedia fra l’obbligatorietà e il completo affidamento delle LCT alle sole imprese private.
E in Italia? Il nostro sistema previdenziale, come dicevo, non offre prodotti assimilabili alle LCT e anche a livello privato il ventaglio di prodotti è ancora piuttosto limitato.
La speranza è, senz’altro, che il settore si sviluppi abbastanza velocemente: dietro i numeri, ci sono volti e storie a cui la malattia ha tolto tutto, il sistema è chiamato almeno a lasciargli un briciolo di dignità e di sufficiente protezione.
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