Legge Concorrenza: sorridono le assicurazioni, ma a rimetterci è la salute dell’assicurato

Scritto da AssicurazioneOnline il

Durante il periodo estivo, quando la maggior parte degli italiani parte per le vacanze, il Legislatore stila delle norme che solitamente riguardano la sfera assicurativa a tutela del danneggiato. Le riforme dell’Rc auto dovrebbero ridurre i premi assicurativi incrementando la fiducia dei consumatori, ma in realtà a fine anno a fare festa sono soprattutto le compagnie assicurative, che stilando i bilanci scoprono di aver ottenuto notevoli benefici dall’intervento del Parlamento. Alla fine del 2017, come avviene ormai da diversi anni, le compagnie assicurative infatti hanno potuto brindare avendo risparmiato un bel po’ di soldi. Relativamente all’anno appena trascorso una direttiva che ha fatto molto discutere è la Legge Concorrenza, entrata in vigore lo scorso 19 agosto, che di fatto ha arricchito ulteriormente il portafoglio delle assicurazioni.

Nello specifico la nuova legge fa riferimento alle micro-permanenti (i danni di piccola entità) e alle macro-permanenti (lesioni con un importo superiore al 9%). Per capire la portata di questa legge bisogna fare un salto indietro di 5 anni, quando fu varata la legge 27/2012, una nuova riforma del settore che prevedeva principalmente due norme: il comma tre ter e tre quater dell’articolo 32. In sostanza queste nuove direttiva tendevano ad eliminare il “colpo di frusta”, ritenuto ammissibile solo in presenza di esami strumentali come le radiografie. Quella legge fu però ritenuta poco adeguata, al punto che il consigliere di Cassazione Marco Rossetti dichiarò che non poteva avere un effetto di natura giuridica.

La Legge Concorrenza in pratica modifica l’articolo 139 del codice della assicurazioni, quello relativo alle micro-permanenti. In base a questa modifica solo le cicatrici possono essere liquidate senza il ricorso ad esami strumentali. Di fatto i colpi di frusta sono stati nuovamente negati, mentre i macro-danni vengono risarciti con apposite tabelle redatte dal Tribunale di Milano, che traducono in denaro le lesioni permanenti. Il risarcimento del danno aumenta con la gravità della lesione, definita danno di natura esistenziale. Fino a poco tempo fa il risarcimento poteva arrivare fino al 45% della somma prevista per la liquidazione delle lesioni fisiche, ma ad oggi è stato diminuito ad una soglia massima del 30%. Tutto ciò determinata un risparmio elevatissimo in termine di soldoni per le compagnie assicurative, a discapito degli assicurati che purtroppo non possono ottenere un equo indennizzo per una disgrazia che ha rovinato per sempre la loro vita.



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