Mobilità condivisa, Eldorado del futuro

Scritto da AssicurazioneOnline il

Tempo di app e startup per le compagnie automobilistiche e per quelle assicurative, soprattutto legate ai passaggi low cost.

Di cosa parliamo? Adesso ve lo spieghiamo nei particolari.

 La mobilità urbana sta cambiando velocemente, soprattutto nelle grandi città. E sono sempre di più le persone che rinunciano ad avere un’auto propria e invece optano per il car sharig. Le motivazioni sono tante: il costo del carburante, la mancanza di un parcheggio, la manutenzione dell’auto. Insomma, avere una macchina costa lacrime e sangue. Si calcola che nel giro dei prossimi 15 anni il 30% del trasporto privato sarà fatto in questo modo. Stanno calando le auto per famiglia e i chilometri che si fanno.

Ma la mobilità condivisa può anche diventare un affare da 1500 miliardi l’anno, prodotti dalle piattaforme che sapranno imporsi come standard nella definizione della nuova mobilità urbana. E parliamo ad esempio di car sharig, car pooling, ggregatori di servizi trasporto passeggeri “intermodale” (bici+auto+ treno), prenotazioni taxi o vetture con autista, i parcheggi che vengono condivisi e persino il trasporto di merci.

Ad essere interessati sono ad esempio le assicurazioni come Axa, Unipol, Allianz, le case automobilistiche come Fca, Daimler, Gm, Bmw, Vw, ma anche il trasporto su rotaia, le flotte aziendali e persino i tassisti.

E in Italia che succede?

Il 50% della popolazione sa cos’è la sharing economy, e il 10% ne ha già fatto uso. Qualche numero? Secondo l’Osservatorio Sharing Mobility che sarà presentato a novembre, ci sono 700 mila iscritti al car sharing e e 120 mila al bike sharing. La maggior parte del mercato però è incentrato nelle grandi città.

Mentre prima c’era il modello a stazioni fisse, adesso c’è stato il boom di quelle a flusso libero che permettono di parcheggiare dove si vuole, e quindi il tutto è molto più comodo.

Insomma il futuro è nelle startup: cosa dobbiamo aspettarci?



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