Saranno le compagnie assicurative a finanziare la ripresa?

Scritto da Lorella Gabutti il

Al termine del 17° Annual Assicurazioni indetto dal Sole 24 ore, la convinzione del presidente dell’Ania Minucci è quella che il futuro della ripresa italiana passi anche dalle compagnie assicurative. Una volta assodato che la crisi è ormai passata, almeno per quel che riguarda queste società, che hanno infatti una “forza patrimoniale intatta e solidi conti economici”, il manager fa intendere che il futuro delle compagnie non è tanto nel ramo Vita e in quello Danni, ma in altri settori, come quello sanitario, assistenziale e dei pubblici investimenti. In effetti, i rami Vita e Danni hanno subito una contrazione notevole e lo stesso vale per le Rca: i mercati di queste polizze vanno sempre più restringendosi per diverse cause. Il settore Vita con il drastico calo degli interessi non si dimostra più conveniente per i consumatori, mentre per le Rca è ormai in corso, da parte degli automobilisti la ricerca di contratti sempre meno onerosi.

Dove allora reperire nuovi clienti? In settori come l’assistenza alle famiglie, visto che l’età media sta via via allungandosi e che, proprio durante la vecchiaia si ha bisogno di un maggior sostegno economico. Offrire polizze che coprano spese che riguardino l’assistenza agli anziani o maggiori coperture sanitarie viene stimato come uno dei settori in maggiore espansione, ma le compagnie pensano anche a coperture per danni derivanti da catastrofi naturali, come terremoti e alluvioni. In questo modo agirebbero da sostituti dello Stato e, proprio per questo motivo, chiedono una diminuzione dell’imposta sostitutiva agevolata al 12,5%.

Le assicurazioni sarebbero un ottimo surrogato dello Stato centrale anche per quel che riguarda le vie di comunicazione, strade, ponti e ferrovie. Le compagnie hanno però bisogno di aiuto per inserirsi in settori di vitale importanza come questi, settori che tra l’altro contribuirebbero a rilanciare l’Italia anche dal punto di vista degli investimenti sul territorio. Ma non finisce qui perché ciò che si propongono i principali manager delle più importanti società europee è di giungere a un graduale cambiamento di mentalità dei cittadini, che devono essere sensibilizzati a proteggere se stessi e le loro famiglie e non solo limitarsi a contrarre polizze obbligatorie di responsabilità civile.

 



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