Truffe assicurative anche per le moto

Scritto da Lorella Gabutti il

Organizzare falsi incidenti è una specialità tutta italiana, ma se finora si trattava di sinistri cui erano coinvolte autovetture, la Polstrada di Terni ha ora scoperto un’associazione a delinquere che invece preparava falsi incidenti motociclistici. I mezzi risultavano completamente distrutti e centauri e passeggeri subivano danni per i quali riscuotevano lauti risarcimenti.

Mentre le indagini stanno proseguendo, sono già 25 gli indagati e per cinque di loro, le menti del gruppo, l’ipotesi di reato è di associazione a delinquere. Sono tre dipendenti pubblici, un ex agente assicurativo e un meccanico gli organizzatori dei falsi incidenti e il modo in cui agivano era piuttosto semplice. I cinque acquistavano moto di grossa cilindrata incidentate e non riparabili a prezzi bassissimi, quindi lasciavano trascorrere qualche mese prima della messa in scena. Il meccanico intanto “sistemava” il mezzo per rendere credibile il fatto che avesse subito un sinistro e i tre dipendenti pubblici reclutavano un falso centauro e un falso passeggero. Il luogo del presunto incidente, veniva scelto con cura nella periferia, in un’area proco frequentata, mentre l’orario del sinistro coincideva sempre con le ore notturne per fare in modo che non vi fossero testimoni nei paraggi. Le modalità erano sempre le stesse: un’auto usciva da una via privata e travolgeva la moto che viaggiava a bassa velocità, conducente e passeggero ovviamente subivano delle leggere lesioni. La moto, completamente distrutta, veniva poi esaminata dai periti assicurativi che, naturalmente, non potevano esimersi dal constatare gravi danni sul mezzo.

In alcuni casi la banda si è spinta anche oltre e, per non dare adito a sospetti, è giunta ad acquistare due moto perfettamente uguali immatricolate nello stesso anno: una danneggiata in modo irreparabile e una funzionante con la quale uno dei complici si faceva vedere in giro per la città per alcuni mesi. Veniva poi inscenato l’incidente e scattava la richiesta di risarcimento, mai inferiore a qualche decina di migliaia di euro.



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