Investimento doloso: ora le assicurazioni sono obbligate a risarcirlo

Scritto da AssicurazioneOnline il

La Corte di Cassazione ha finalmente fatto chiarezza su un punto che riguarda il risarcimento dei danni in caso di investimento. Leggendo attentamente i contratti che le compagnie propongono e che noi firmiamo senza soffermarci a lungo sulle noticine e le eccezioni scritte con caratteri piccolissimi, si può infatti apprendere che di norma le assicurazioni escludono dal risarcimento i danni derivanti da fatti dolosi, cioè danni causati volontariamente.

Appigliandosi proprio a tale dicitura, le compagnie hanno sempre fatto orecchio da mercante quando si trattava di risarcire i danni di persone investite volontariamente dal conducente. Vi sembra un evento possibile solo in caso di attentati terroristici? No, non è affatto così. E’ successo più volte che qualcuno usasse la propria auto come un’arma impropria scagliandosi contro persone o cose e producendo gravi danni, ma le compagnie non hanno mai provveduto a risarcire i danneggiati in virtù della clausola del dolo, clausola che si ispira all’articolo 1917 del Codice Civile.

Oggi però qualcosa è cambiato perché a pronunciarsi in materia è stata la Corte di CassazioneLa sentenza è stata emessa in seguito a un ricorso presentato da un cittadino siciliano che era stato gravemente danneggiato in seguito a un incidente stradale. L’uomo aveva promosso la richiesta di risarcimento presso il Tribunale di Enna e il giudice di primo grado aveva ritenuto che avesse diritto all’indennizzo. La sentenza è stata poi ribaltata dalla Corte d’Appello di Caltanissetta. I giudici della seconda istanza, infatti, hanno ritenuto che l’auto sia stata utilizzata come arma, facendo un utilizzo improprio del veicolo. Dunque alla vittima non spettava alcun risarcimento da parte dell’assicurazione, ma solo da parte del colpevole dell’aggressione automobilistica.

L’uomo però non si è arreso davanti a tale pronunciamento e l’ha impugnato davanti alla Suprema Corte. Gli Ermellini hanno ritenuto che il diritto della vittima a essere risarcita sussista anche quando il sinistro si configuri come un reato penale perché è avvenuto con dolo (cioè con la volontà di fare del male). Poco importa se l’auto sia stata utilizzata in maniera impropria, perché non è possibile far valere l’articolo 1917 del Codice Civile. A sostegno di ciò, la Suprema Corte ha fatto notare come vengano risarciti i danni provocati da auto e moto, anche in assenza di contratto assicurativo (ad esempio i danni per investimento da parte di auto pirata).

Si tratta dunque di una sentenza storica e, secondo il presidente de Lo Sportello del  Cittadino, Giovanni D’Agata, tale pronunciamento diverrà applicabile in tutti i casi di investimento doloso.



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