Bollettino delle truffe assicurative di marzo

Scritto da Lorella Gabutti il

Non c’è mese che non veda un lungo elenco di truffe assicurative e, in questo inizio di primavera, le Forze dell’Ordine si sono ritrovate di fronte a reati come sostituzione di persona,  truffa e falsità in atto materiale. Reati che sono stati perpetrati da privati, da subagenti e anche da professionisti come avvocati, medici e periti infortunistici che dovevano certificare i danni subiti nei sinistri.

La palma di regione truffaldina questo mese spetta al Lazio, dove a Roma è stata sgominata una vera organizzazione criminale. Gli indagati, 27  in tutto, di cui cinque finiti agli arresti domiciliari, organizzavano finti incidenti e percepivano risarcimenti indebiti, grazie a false certificazioni redatte da medici e periti. I risarcimenti erano sempre di ridotto ammontare per non ingenerare sospetti nelle compagnie assicurative, ma a quanto pare qualche compagnia voleva vederci chiaro e aveva sporto denuncia presso i carabinieri e le indagini, che sono state portate avanti per oltre due anni, hanno smascherato l’organizzazione. A Zagarolo, invece, erano gli ignari assicurati a essere truffati da una casalinga sessantenne che si spacciava per agente e che preparava in casa false polizze con l’aiuto di due complici.

A Pescara è finito nelle maglie della giustizia un vero e proprio “professionista della truffa”, che già lo scorso anno aveva subito la custodia cuatelare sempre per la stessa imputazione. L’uomo, che utilizzava carte d’identità false a cui apponeva la sua foto, frenava improvvisamente sulla corsia di sorpasso provocando volontariamente degli incidenti. Si presentava poi come membro delle Forze dell’Ordine e compilava la constatazione amichevole, facendosi però risarcire dalle assicurazioni danni maggiori di quelli subiti realmente. Ogni volta che era protagonista di un sinistro provvedeva a cambiare auto e identità.

A Catanzaro invece è stato smascherato il titolare di un’agenzia che proponeva ai propri clienti polizze molto vantaggiose, però per ognuno di loro stilava il contratto utilizzando sempre lo stesso attestato di rischio,  a cui adattava i dati anagrafici. Gli assicurati ne venivano a conoscenza solo in caso di un sinistro e in questo caso non spettava loro alcun risarcimento.



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