Nasce l’archivio informatico: vita dura per i truffatori di assicurazioni

Scritto da Daniela Zepponi il

Ne abbiamo già parlato in precedenti articoli, ed ora è realtà: il 30 luglio è entrato in vigore il decreto interministeriale per la creazione dell’AIA, l’archivio informatico integrato antifrode.

Di cosa si tratta? Di una banca digitale realizzata con la collaborazione di tutte le compagnie assicurative e gestita dall’Ivass. Ovviamente sarà necessaria una buona dose di lavoro, perché bisogna integrare tutti i dati conservati nella Banca dati sinistri, nell’Anagrafe testimoni e Anagrafe danneggiati, nella Banca dati dei contrassegni assicurativi, nell’Archivio nazionale dei veicoli, nell’Anagrafe nazionale degli abilitati alla guida, nel Pubblico Registro Automobilistico e infine nel Ruolo dei periti assicurativi. In seguito si aggiungeranno i dati legati a chi ha provocato sinistri in Italia, per verificare se ci sono individui che mettono in atto comportamenti criminosi contro le agenzie assicurative.

Tutto questo sforzo si realizza con l’intento di combattere la piaga delle truffe legate alle polizze auto: non solo quelle dei finti incidenti con veri risarcimenti danni, ma anche delle 4 milioni di automobili che in Italia circolano senza assicurazione, esponendo magari tagliandi contraffatti.

Sarà possibile quindi calcolare un indicatore potenziale di frode da assegnare ad ogni sinistro: nel caso ci sia un incidente, quindi, si potrà subito sapere se si tratta di un caso a rischio oppure no e agire di conseguenza.

Gli effetti positivi, secondo gli esperti, non dovrebbero tardare a farsi vedere: infatti nel giro di breve tempo ci dovrebbe essere un abbassamento dei prezzi delle polizze, dato dal fatto che le compagnie non ci metteranno in conto, come già fanno, i prezzi delle eventuali frodi che subiscono ogni anno.

Grazie a questo archivio informatico, si potrà controllare più da vicino l’applicazione del codice della strada, anche se qualche scettico pensa che i tempi saranno piuttosto lunghi, visto il fatto che le compagnie aderenti hanno un ritardo tecnologico davvero imponente.




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