L’indennizzo per infortunio sul lavoro spetta anche per uno sforzo fisico sul posto del lavoro

I lavoratori alle dipendenze hanno la copertura assicurativa per l’infortunio sul lavoro e la malattia professionale con l’INAIL; a fronte di questa tutela, hanno la sicurezza di potersi assentare per malattia e infortunio la cui causa sia collegabile al rapporto di lavoro per il tempo necessario a guarire.

Non sempre però è facile stabilire se l’infortunio sia correlato alla mansione svolta sul luogo di lavoro: per esempio, se banalmente una martellata sul dito cagionata in officina è effettivamente una mansione attribuita a un manovale e, quindi, coperta da assicurazione, possiamo dire lo stesso di uno sforzo fisico compiuto in autonomia da un lavoratore senza il rispetto dei principi base dell’ergonomia?

Secondo i giudici del Tribunale di Ivrea sì: con la sentenza 61 del 2014 hanno riconosciuto a un operaio indennizzabile un infortunio (lombalgia acuta da sforzo) verificatosi con uno sforzo compiuto in autonomia e considerato anormale dal punto di vista dell’ergonomia: nel caso di specie, infatti, il lavoratore aveva appoggiato la schiena a un silos per scuoterlo e far cadere il pangrattato residuato sul fondo.

Si procurava, quindi, una lombalgia acuta da sforzo che viene considerata guaribile dai medici del Pronto Soccorso in 50 giorni.
Nonostante le perplessità sollevate dall’INAIL, i giudici hanno riconosciuto indennizzabile dall’INAIL l’infortunio in quanto integra la fattispecie di causa violenta che, in questo caso, non era nemmeno straordinaria o eccezionale.

Dunque, la sentenza ha riconosciuto a uno sforzo fisico l’indennizzabilità dall’INAIL, in quanto integrativo della causa violenta, aprendo sicuramente una via che andrà incontro a interpretazioni contrastanti in merito sul considerare o meno indennizzabile uno sforzo fisico.