Assicurazioni miste o previdenziali: quali scegliere

Scritto da Cristina Iadeluca il

Le continue riforme che stanno modificando radicalmente il sistema pensionistico italiano hanno reso ormai evidente che le pensioni del futuro saranno sempre meno generose. Ciò porterà all’applicazione di “scoperture” o “gap” sempre più consistenti rispetto alle ultime retribuzioni. Che cosa significa? Oggi il tasso medio di scopertura per le pensioni dei dipendenti è di circa il 70%. Quindi la pensione che si percepirebbe sarebbe pari al 70% dell’ultima retribuzione ottenuta (tra 10 anni il gap stimato scenderà al 60%). Come andare a coprire quel 30% di stipendio in meno?

Le soluzioni che le compagnie di assicurazione offrono, con l’obiettivo di creare una integrazione alla pensione, sono di due tipi: le assicurazioni vita miste e le polizze previdenziali (che possono essere sotto forma di Fip o Pip, ma che hanno un funzionamento identico).

Se si desidera sottoscrivere una pensione integrativa non bisognerebbe avere dubbi sulla scelta, poiché solo la seconda tipologia è pensata come una vera e propria pensione integrativa, mentre le polizze miste hanno una parte che va a coprire il “caso morte” e una parte che viene accantonata (nel caso delle polizze a rendimento fisso) per ottenere una somma o una rendita in futuro. Per cui se viene pagato un premio mensile ad esempio di 100 euro, di questi solo un 60% viene investito ai fini pensionistici, mentre la restante parte va perduta definitivamente.

Invece con i Fip o Pip, non solo l’intera somma, al netto delle commissioni, viene investita, ma si ha generalmente la possibilità di scegliere anche il tipo di investimento che si vuole ottenere, oltre che sfruttare un notevole contributo da parte dello Stato per lo sgravio fiscale. Questo aspetto non va sottovalutato dal momento che l’intera somma spesa per  la propria polizza previdenziale, per sé o per le persone a carico, può essere portata in deduzione (per capire, si risparmia una somma pari alla propria aliquota fiscale: ad esempio se si pagano le tasse con una aliquota del 38%, è questa l’aliquota applicata sulla deduzione dei premi pagati annualmente). La somma massima deducibile è  invece pari a 5164,57 euro.

Questi non sono i soli aspetti che dovrebbero far preferire le assicurazioni previdenziali a quelle miste, ma anche le possibili scelte sulle eventuali rendite anticipate o fisse e la possibilità di scegliere la reversibilità per i coniugi.

Un aspetto da valutare con attenzione è infine quello legato alle commissioni anticipate che molte compagnie di assicurazione applicano sui primi premi pagati: a volte si parla di somme prossime al 50%. Dato che esistono tantissime proposte sul mercato, se nella voce delle commissioni ci sono importi a due cifre è meglio cercare polizze con costi più ragionevoli. Così come è meglio non farsi allettare da quelle polizze che hanno un rendimento garantito fisso, che si aggira, nella media della durata del contratto, intorno ad un 3% massimo.

Possono sembrare delle offerte convenienti ma non lo sono, poiché generalmente non hanno un tasso di rivalutazione che stia al passo della svalutazione per cui, alla fine del piano, i premi pagati alla compagnia avranno un valore molto più basso rispetto all’esborso che invece è stato sostenuto nel corso del tempo.



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