Bollettino delle truffe assicurative di novembre

Scritto da AssicurazioneOnline il

A Vibo Valentia si sono concluse le indagini, iniziate nel 2011, per una truffa ai danni di una compagnia assicurativa a cui venivano richiesti indennizzi per incidenti stradali in realtà mai avvenuti. I certificati medici che pervenivano parevano avere qualcosa che non andava e così, dopo aver incaricato un investigatore privato, scattava la denuncia. I carabinieri di Vibo, con pazienti indagini, sono venuti a capo del caso scoprendo una vera e propria associazione a delinquere, in cui sono implicate 68 persone, tra cui alcuni medici del Pronto Soccorso dell’ospedale di Tropea. Dapprima si organizzava il falso incidente, quindi il medico certificava le lesioni, poi intervenivano “le menti” che falsificavano nuovi certificati per attestare un prolungamento della malattia.

A Sassari invece è stata la Guardia di Finanza a scoprire una truffa per oltre 200.000 euro ordita ai danni di una compagnia di assicurazioni, questa volta però non si tratta dell’organizzazione di falsi incidenti stradali, ma di infortuni sul lavoro. Otto dipendenti di un istituto privato di vigilanza, con la complicità dei loro dirigenti e di un sub agente assicurativo, denunciavano incidenti sul lavoro comprovati da certificati medici falsi. Al momento le indagini sono ancora in corso.

Scendendo in Sicilia, ecco invece che a Enna ci si “accontentava” di produrre false certificazioni per pagare premi decisamente più convenienti. La truffa, che vede implicate 23 persone, era ai danni di una nota compagnia online alla quale pervenivano documentazioni contraffatte per la stipula dei contratti. Oltre che ai 23 “assicurati privilegiati”, l’avviso di garanzia è stato notificato anche a due altre persone che si occupavano materialmente di far pervenire alla compagnia i documenti contraffatti.

Infine, a Caserta i truffaldini non hanno preso di mira una compagnia, ma il Fondo Nazionale Vittime della Strada, fondo che risarcisce le vittime di incidenti di cui non viene individuato il colpevole. L’importo che i 33 indagati si sono spartiti è davvero considerevole, quasi due milioni di euro per l’indenizzo di 20 incidenti creati ad hoc. La procura di Napoli, incaricata delle indagini, ha provveduto al sequestro di beni immobili e conti bancari intestati agli indagati, quasi tutti professionisti, tra i quali figurano avvocati e periti liquidatori di Roma e Caserta.



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