Quote Rosa…Addio

Scritto da Nicolina Leone il

La Corte di Giustizia Europea ha preso una decisione inappellabile per il settore assicurativo: divieto di qualsiasi discriminazione tra uomini e donne, a partire dal 21 dicembre 2012.

La Commissione Europea ha fornito linee guida precise per agevolare il settore assicurativo nell’applicazione della regola dei premi unisex; nell’arco del 2013 tutta l’Europa dovrà uniformarsi e le quote rosa saranno abolite.

L’unica nota positiva è che la legge non è retroattiva, ovvero, vale solo per i nuovi contratti. Da ciò si evince che le giovani neo patentate subiranno una vera batosta.

La CEA (acronimo di Federazione Europea Assicurazione), quando fu la proposta di legge nel mese di marzo, aveva affermato che l’adattamento sarebbe stato una bella sfida, considerando anche i tempi brevi per la riformulazione delle RC Auto.

I costi di conformità saranno impegnativi, poiché gli assicuratori dovranno ricalcolare i premi, in funzione e condizione di alcuni prodotti assicurativi.

La differenziazione per sesso è stata fino a ora molto diffusa tra gli assicuratori Europei dopo la direttiva del 2004, che autorizzava ad applicare le differenze nei premi e nelle prestazioni assicurative a seconda che l’utente fosse un uomo o una donna.

Inoltre pare che tale “discriminazione” sia stata applicata di più per le polizze sulla vita, per i premi auto e per le assicurazioni sui viaggi.

E’ notoriamente risaputo e statisticamente conclamato che le donne sono molto più prudenti: i numeri parlano chiaro, la maggior parte d’incidenti automobilistici, anche se in essi sono coinvolte donne, è causata dagli uomini.

Nonostante tutto, la Commissione Europea ha preso atto del fatto che un giovane uomo neopatentato non possa pagare più di una giovane donna neopatentata solo perché di sesso maschile.

Questo, però, non significa che le donne pagheranno gli stessi premi di assicurazione auto rispetto agli uomini: questi continueranno a diminuire in base al comportamento individuale, quindi in teoria c’è speranza di risparmiare anche se il punto di partenza è paritario.

Naturalmente la legge non piace a nessuno e anche nelle famiglie i costi annuali lieviteranno parecchio.



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