Abolita l’IMU? No, la pagano le polizze vita

Scritto da Lorella Gabutti il

E dall’inizio del 2013 che sentiamo parlare di abolizione dell’IMU: è stato il tema predominante della campagna elettorale e, dopo la formazione del Governo, è divenuto terreno di ricatto per la caduta o la tenuta dell’esecutivo.

L’onorevole Brunetta, e con lui gli altri esponenti della sua forza politica, per mesi hanno ripetuto “Via l’IMU dalla prima casa o il Governo cade!” e finalmente il 31 agosto è stato varato il decreto che ha esonerato per sempre (?) i proprietari di abitazioni non di lusso dal pagamento della tassa sui beni immobili.

Tutti felici allora? Non si direbbe: è noto infatti, che uno stato i cui conti sono in profondo rosso, se con una mano dà con l’altra toglie e quindi i mancati introiti dell’IMU verranno sostituiti da quelli nella nuova Service Tax e da una “spremitura” dei titolari di assicurazioni sulla vita  e contro gli infortuni .

Per i circa sei milioni di italiani che hanno stipulato un’assicurazione per tutelare il loro futuro o quello delle loro famiglie o che hanno voluto mettersi al riparo da eventuali infortuni (un tipo di garanzia sottoscritta praticamente da tutti i lavoratori autonomi) vedranno drasticamente ridotte le detrazioni fiscali da apportare in sede di dichiarazione dei redditi.

Finora l’Erario concedeva di detrarre un importo massimo annuo di 1291 euro, ma già la prossima primavera i contribuenti si troveranno di fronte a un tetto massimo di 630 euro e per i redditi conseguiti nel 2014 si  passerà alla modica cifra di 230 euro.

Da qualche parte il denaro doveva pur essere recuperato, si dirà, ma alla luce dei dati che espone il Ministero delle Finanze  si deduce che come sempre a pagare sono le fasce più deboli, almeno il 50% dei detentori di questo tipo di polizze hanno redditi annui che non superano i 26.000 euro e ben il 90% di loro sono al di sotto dei 55.000 euro.

Un provvedimento quindi che non colpisce i “ricconi” ma proprio le categorie di cittadini che la crisi economica ha messo più a dura prova e Confcontribuenti ha definito l’operazione un vero e proprio furto fiscale che non rispetta il principio della irretroattività delle leggi fiscali (le detrazioni ridotte verranno infatti già applicate sui redditi del 2013). Dure critiche sono espresse anche dall’ANIA che teme un ulteriore contrazione di un comparto assicurativo importante come il ramo vita.



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