Anche l’assicurazione dei Vigili del Fuoco vittima della crisi

Scritto da Valentina Oberti il

Obbligatorie, stravaganti o semplicemente pura previdenza, il fil rouge che unisce tutte le polizze del mondo assicurativo è l’esistenza di un bene (dalla vita al valore allo smartphone) che deve essere protetto da un rischio, futuro e alquanto incerto.

Proprio il rischio e le sue sfumature di probabilità di diventare realtà sono i principali protagonisti delle assicurazioni: quanto più il rischio si fa probabile tanto più conviene stipulare una polizza. Perchè, come l’esperienza ci insegna, a giocare col fuoco il rischio di bruciarsi non è di certo remoto. E ancora meno remoto è il rischio di bruciarsi a lavorarci, con il fuoco: perchè non ci sono solo incendi, ma anche inondazioni, edifici pericolanti e altitudini vertiginose a riempire le giornate di duro lavoro di un Vigile del Fuoco.

Pericolo e coraggio sono le parole chiave del lavoro dei Vigili del Fuoco, i quali (è piuttosto evidente) corrono quotidianamente rischi altissimi per proteggere e tutelare la collettività. Alto rischio uguale assicurazione, giusto? Non proprio, anzi: da una denuncia dell’USB, Unione Sindacale di Base, anche le assicurazioni dei Vigili del Fuoco sono passate sotto la terribile scure dei tagli della crisi.

In un comunicato, l’USB espone chiaramente come la situazione  (già prima dei tagli) fosse precaria: in passato, infatti, i costi delle spese assistenziali dovevano essere anticipate dagli infortunati; solo dopo che tutto l’iter procedimentale di accertamento si fosse concluso, i lavoratori potevano vedersi rimborsare i costi sostenuti. Ora, il flusso di finanziamenti (che parte dal Ministero dell’Economia passa al Ministero dell’Interno, da qui  arriva al dipartimento e, infine, all’Opera Nazionale di Assistenza che provvede ad assicurare i dipendenti) è stato decurtato in maniera netta.

Ne consegue che a farci le spese sono i dipendenti stessi che non possono permettersi l’insostenibile costo di un’assicurazione, la quale – data l’elevata probabilità di rischio – ha premi alle stelle.

Che dire? È  piuttosto lapalissiana l’inaccettabilità di questa situazione.

Senza divagare in polemiche sui tagli e le politiche adottate dai governi degli ultimi tempi, penalizzare così pesantemente una categoria di lavoratori generosi ed eroici che – in tutte le loro missioni, dalle più ordinarie a quelle da prima pagina – mettono quotidianamente in gioco la loro salute non è certo il riconoscimento che bisognerebbe loro tributare.



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